Dal Vangelo secondo Marco cap.14,22-24: “Mentre mangiavano (Gesù) prese un pane e,pronunciata la benedizione,lo spezzò e lo diede loro dicendo:<<Prendete,questo è il mio Corpo>>. Poi prese il calice e rese grazie,lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: <<Questo è il mio Sangue della nuova alleanza versato per tutti>>.”(Anno B.)
Premesso che i Vangeli non sono cronaca,ma teologia, non sono cioè un elenco di fatti ma di verità,che non riguardano la storia ma la fede, noi dopo 2000 anni di cristianesimo non abbiamo la certezza di neanche una parola che sia stata pronunciata e neanche di un gesto che sia stato compiuto da Gesù. Gli Evangelisti hanno preso indubbiamente le parole e i gesti di Gesù,ma li hanno poi strutturati secondo il messaggio che volevano trasmettere e secondo gli uditori a cui tale messaggio era diretto. Anche per l’ultima Cena ci sono quattro versioni differenti,ma differenti solo negli elementi che la compongono. La Cena di Gesù viene infatti narrata da Matteo,Marco,Luca, ma la narrazione più antica è quella di Paolo,scritta probabilmente negli anni 50 d.C. In tutte queste versioni si possono notare rassomiglianze tra Matteo e Marco,che si fanno alle celebrazioni eucaristiche a Gerusalemme,mentre Luca e Paolo si rifanno alle celebrazioni sorte in terra straniera,cioè ad Antiochia,dove i discepoli di Gesù,venivano riconosciuti come cristiani. Questo è importante perchè fin dall’inizio non c’è stata una forma unica per celebrare l’Eucarestia,cioè la Messa,ma ci sono state varie modalità. L’Eucarestia è legata alla vita delle comunità e la vita non si può incalanare. Quando si parla dell’Eucarestia,noi non dobbiamo pensare alle nostre messe. Se Gesù o i discepoli si trovassero visivamente presenti nelle nostre assemblee quando si celebra una messa,forse non capirebbero nulla di quello che sta avvenendo. Le nostre celebrazioni eucaristiche più sono perfette e curate in ogni particolare e più sono atee,nel senso che non c’è posto per il Signore. Nell’Eucarestia la comunità sentiva Gesù,vivo e vivificante,presente,che parlava,insegnava e ricordava. Il fare memoria (memoriale) non è il ricordo di ciò che è stato fatto ma il rendere attuale l’esperienza vissuta. La comunità si riuniva,ricordava le Parole, ripeteva i Gesti di Gesù,ne capiva il significato e ne coglieva la Novità. Nelle nostre celebrazioni è tutto prescritto:quello che deve dire il presbitero ,quello che deve rispondere l’assemblea,quando stare in piedi,quando seduti e i vari gesti da fare,senza minimamente preoccuparsi del Primato dell’Annuncio. Se il Signore volesse, attraverso una profezia,attraverso un preghiera manifestare un suo nuovo insegnamento nell’Oggi dell’Umano di Dio, anche nel momento storico della Fusione, non c’è posto per LUI. E’ ora quindi di riscoprire la vivacità dell’Eucarestia,sganciandosi da questi rituali che l’hanno distratta e mummificata,per riscoprire quello che la primitiva comunità sapeva: la presenza di Gesù vivo e vero. E’ nell’Eucarestia (fonte e culmine della Chiesa) che Gesù continua ad insegnare alla sua comunità e se noi non lo facciamo parlare restiamo senza la sua Parola di Vita. Il rito liturgico di preghiere, canti e incensazioni va gustato e condiviso e la stessa omelia ( a volte lunga e noiosa) a nulla serve se non diventa uno stimolo ai partecipanti per convertirsi a credere continuamente nel Messaggio della Buona Notizia (il Vangelo). Attenzione quindi che l’Eucarestia non è un precetto da soddisfare per rendere un culto a Dio, perchè il nostro Dio,(Padre-Figlio-Spirito Santo), non guarda ai nostri meriti ma alle nostre necessità, per cui non ha bisogno del nostro culto. La Messa domenicale è un momento privilegiato per la comunità cristiana,in cui noi messa…roli del quartiere ci raduniamo in assemblea per accogliere il Dio Trinitario, che si mette al nostro servizio per comunicarci la sua stessa forza. Lo dice Gesù: “Ecco IO sono in mezzo a voi come colui che serve (Lc.22,27)”Il Pane che mangiamo è per avere la Forza di diventare, anche noi come Lui, pane per gli altri con il Grembiule del servizio e il Sangue che beviamo è per sentirci trasformati,come Gesù,in figli di Dio. Con questa consapevolezza ogni cristiano laico è,con Gesù e come Gesù, il costruttore del Regno della Civiltà dell’Amore.
Coriglianorossano, Festa del Corpus Domini . FRANCO PALMISANO