Nella prima parte delle Beatitudini vengono esaminate situazioni di sofferenze dell’umanità ed è compito della Comunità cristiana (Chiesa in uscita. . . ) di eliminare. Nella seconda parte si passa a vedere gli effetti all’interna della comunità, che ha scelto di vivere le Beatitudini. La quinta Beatitudine parla della Misericordia. La Misericordia non è un sentimento, ma un’azione concreta con la quale si aiutano gli altri ad uscire da una situazione di difficoltà. La misericordia evangelica non è filantropia,cioè aiutare i bisognosi, ma concretizzare nella storia di ogni giorno la “povertà di spirito”.
Allora Gesù dice: <<I Misericordiosi sono Beati perchè troveranno Misericordia>>. Ogniqualvolta si troveranno loro in situazioni di difficoltà o necessità troveranno aiuto da parte di Dio nella comunità . E’ un cambio meraviglioso! Se noi ci rendiamo responsabili della felicità degli altri,permettiamo a Dio di esserlo della nostra. Infatti Gesù ha detto che Dio conosce i capelli che sono sul nostro capo(Mt.10,30). C’è nel Vangelo secondo Marco un’immagine molto bella,che spesso non compresa per il lessico dell’epoca,viene interpretata erroneamente. Gesù dice: << Con la misura che misurate,sarete misurati e vi verrà data un’aggiunta (Mc.4,24)>>. Gesù sta affermando che ciò che noi diamo agli altri non è una perdita,perchè ci viene ridato in quanto Dio regala vita a chi produce vita. Dio non si lascia vincere in generosità! L’amore generoso è la garanzia di crescita di un individuo. Più ci si dona agli altri e più si cresce dentro. Ecco perchè Gesù ha detto quell’espressione che,così come è tradotta ed interpretata darebbe modo ad un’interpellanza sindacale:<<A chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. (Mc.4,25)>>.Sembra un’ingiustizia pazzesca! Ma il significato è che a chi produce,viene data la capacità di produrre ancora di più. Chi accoglie il messaggio traducendolo in atteggiamenti pratici,donandosi agli altri,gli viene data più capacità di dare. Chi invece non si dà agli altri rende sterile la propria capacità di amare. Gesù ci assicura: se noi siamo conosciuti abitualmente come persone sulle quali si può sempre contare,perchè sanno che quando ricorrono a noi, noi siamo sempre pronti a dare una mano, pronti a dire sì,”Beati”,perchè quando noi avremo bisogno,sarà Dio stesso ad intervenire con molto di più di quanto noi abbiamo potuto fare o dare agli altri. Solo però chi vive il Vangelo si immette in uno stile di vita tutto nuovo.
Rileggiamo e rimettiamoci in ascolto,OGGI, della quinta Beatitudine: << Quelli che son sempre pronti ad aiutare:”Beati!”. Perchè saranno sempre aiutati da Dio>>.
CoriglianoRossano, festa di San Bartolomeo 11.11.2018
FRANCO PALMISANO.