Il PADRE NOSTRO,unica preghiera che Gesù ha insegnato ai suoi discepoli è pervenuta a noi in tre versioni diverse fra loro: una nel Vangelo di Matteo (Mt.6,9-13), una nel Vangelo di Luca (Lc.11.2-4) e una nella Didachè (8,2),cioè nel primo catechismo dei cristiani. Tutto il testo del Padre Nostro andrebbe comunque rivisto e ritrattato, per restituirgli la sua forza innovativa. La continua ripetizione per ogni circostanza ( diciamo un padrenostro…) si è usurata al rango di una pia devozione. Il Padre Nostro invece, era una parte essenziale della Liturgia Battesimale che il Catecumeno poteva recitare solo quale segno di conversione radicale della sua vita.
La preghiera del Padre Nostro inizia rivolgendosi al “Padre Nostro che sei nei Cieli” ed è subito una rivendicazione di libertà nei confronti dell’Imperatore o dei Re, che pretendevano di proclamarsi e considerarsi di Natura Divina. I cristiani affermando che nei Cieli c’è solo Dio non riconoscono altra autorità divina che quella del loro Padre Celeste, che non governa emanando leggi, ma effondendo su tutti il suo Spirito.
La prima petizione poi del “Sia santificato il Tuo Nome” esprime proprio l’impegno che hanno i credenti a far conoscere il loro Dio come Padre con il loro comportamento:<< perchè vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre Vostro che è nei Cieli (Mt.5,16).
Il “Venga il Tuo Regno” non sta ad indicare un Regno che deve ancora arrivare, perchè il Regno di Dio è già presente, ( << di essi è il Regno dei Cieli Mt.5,3)>>,ma che questo Regno, che si fonda sulle Beatitudini, possa estendersi sempre più ,per offrire ad ogni uomo una proposta di <<vita piena >>.
Il “Sia fatta la Tua Volontà” sta per “Che la tua Volontà si compia,” che cioè il Disegno di Amore del Padre per l’umanità possa permettere ad ogni uomo di diventare “Figlio di Dio”,per cui il cristiano si impegna attivamente alla realizzazione dela civiltà dell’amore.
L’espressione “Come in Cielo così in Terra” ingloba tutte le richiestre già espresse e fa quindi riferimento a tutto il Creato. La preghiera di Gesù quindi non è riservata solo per il suo popolo (quello cristiano),ma è universale,aperta a tutte le genti.
Il versetto più difficile è quello del “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”, che non riguarda il pane da mangiare ogni giorno. Questo pane,che nutre l’uomo,non va richiesto a Dio o è inviato dal cielo, ma è compito degli uomini di produrlo e condividerlo generosamente con chi non ne ha. Il Pane invece che viene richiesto al Padre è la continua Presenza di Gesù,<<Pane di Vita (Gv.6,35)>>,alimento essenziale di ogni Comunità, sia nella Parola che nell’Eucarestia.
Il “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori ” riguarda proprio il condono dei debiti economici. I credenti che hanno accettato il Messaggio delle Beatitudini non possono più dividersi in creditori e debitori. Il condono che un credente concede al proprio fratello non è una condizione per ricevere poi quello del Padre, ma è solo una conseguenza,perchè permette così la realizzazione della Volontà del Padre per il suo popolo, quando Dio disse: << Non vi sia alcun bisognoso in mezzo a voi (Dt.15,4)>>. Purtroppo la resistenza a condonare i debiti ha portato a spiritualizzare questa richiesta e ha trasformato i debiti da economici a spirituali,ovvero in peccati. Mentre è possibile perdonare le colpe restando in possesso dei propri averi, la richiesta del Padre Nostro invece esige la Rinunzia al Possesso egoistico e la Condivisione dei propri beni.
Il “Non ci indurre in tentazione” (“Nessuno quando è tentato dica:<< Sono tentato da Dio,perchè Dio non può essere tentato dal Male ed Egli non tenta nessuno al Male :Gc.1,13 >>”), è stata ritradotta e ripresentata ultimamente in “Non abbandonarci alla tentazione”. L’azione di Dio non è quella di indurre l’uomo alla tentazione, bensì di liberarlo da essa,per cui sarebbe ancora meglio dire:”Non farci soccombere nella Prova”. Non si tratta comunque delle prove che la vita ci presenta,ma Gesù si riferisce alla Prova della Sua cattura,quando Gesù stesso disse ai suoi :<< Vegliate e Pregate per non cadere nella Prova (Mt.26,41) >>.E’ la prova nella quale i suoi discepoli soccombono,nonostante le reiterate dichiarazioni di essere pronti a morire per Lui.
Questa richiesta prepara poi l’ultima petizione del “Ma liberaci dal Male”,cioè dal Maligno,dall’l’Avversario,dal Potere. E’ la contrapposizione sempre in atto tra il Padre che comunica vita e il Maligno che tenta di distruggerla. La Fedeltà al Padre può suscitare prove e malignità,persecuzioni e avversioni, ma non indebolisce la Comunità, in quanto la irrobustisce, rendendola “Testimone Visibile” dell’Amore incondizionato di Dio per tutta l’umanità.
Corigliano Rossano 10.12.2018 festa della Madonna di Loreto. FRANCO PALMISANO