Settimana Santa anche a Corigliano Rossano. Settimana in cui si rivivono Riti e Processioni del Mistero Pasquale ma si rivive soprattutto il Memoriale dell’Eucarestia istituito da Gesù nell’Ultima Cena, cioè il sacramento indispensabile per la vita e la crescita di una Comunità cristiana. I Vangeli non sono cronaca della vita di Gesù, ma teologia. Non sono cioè un elenco di fatti ma di verità, che non riguardano la storia ma la Fede dei credenti. 

Per l’ultima Cena di Gesù ci sono pervenuti quattro versioni differenti negli elementi che compongono il racconto del Memoriale, ma il Memoriale rimane Unico. La nostra Chiesa, con il Memoriale , non commemora il ricordo di ciò che Gesù ha fatto ma “rende attuale e presente nell’oggi l ‘Esperienza Salvifica del Cristo (Lc.22,19b)”.

  Fin dall’inizio non c’è stata una forma unica di celebrare l’Eucarestia, ma ci sono state varie modalità, in quanto l”Eucarestia è legata alla vita delle comunità e ogni comunità si regge su esperienze diverse e la vita non si può incalanare. Quando parliamo dell’Eucarestia, non dobbiamo pensare alle nostre messe. Se Gesù o i discepoli si trovassero visivamente presenti in una nostra messa forse non capirebbereo nulla di ciò che si sta celebrando. Nell’Eucarestia la comunità sentiva Gesù, vivo, presente ,che parlava, insegnava e ricordava. Nelle nostre celebrazioni invece è tutto prescritto: quello che deve dire il presbitero celebrante, quello che deve rispondere l’assemblea, quando stare in piedi, quando seduti e i vari gesti da fare. Se Gesù volesse ,attraverso una profezia , attraverso una preghiera manifestare un suo nuovo insegnamento nell’Oggi dell’Umano di Dio, non c’è posto per Lui . Tutto quello che Gesù voleva trasmettere non lo ha potuto fare nel breve periodo che è stato con i suoi discepoli. Allora la comunità si riuniva nelle celebrazioni eucaristiche, ricordava le parole di Gesù, ne capiva il significato e ne coglieva il messaggio sempre attuale.

 Lo stesso Rito liturgico accompagnato da canti e preghiere va apprezzato e condiviso (che bella messa!) ma a nulla serve se non diventa uno stimolo ai partecipanti a convertirsi a credere continuamente nel Messaggio del Vangelo.

  Attenzione! L’Eucarestia non è un Culto da rendere a Dio, perchè Dio (Genitore) non ha bisogno del nostro culto, ma è un momento privilegiato per la comunità cristiana in cui Dio si mette al suo servizio per comunicarle la sua stessa capacità di amore. << Ecco IO sono in mezzo a voi come Colui che serve (Lc.22,27)>>. Quella Comunità che ha accolto il Messaggio del Vangelo ed è impegnata a viverlo viene fatta riposare da Dio e Dio stesso passa a servirla per vivificarla nella sua azione creatrice in un servizio ancora più grande.

Non si partecipa all’Eucarestia,cioè al rito del “benedire, prendere, spezzare e mangiare il Corpo e poi ringraziare e bere il Sangue” solo per ricevere in sè il Signore per i propri bisogni spirituali o per una propria soddisfazione interiore, ma senza impegnarsi poi a diventare, come Gesù, vita donata convivialmente per gli altri! Il momento poi della Comunione eucaristica non è un premio per la nostra buona condotta, ma è il Dono dell’Emanuele, fattosi per noi Carne e Sangue, per nutrirci di Lui e darci la capacità di trasformarci in Lui, per passare dalla condizione servile a diventare, come Lui, figli di Dio e servitori inebrianti di umanità, per raggiungere tutti insieme, in libertà, la Pienezza della Vita eterna, cioè della Vita indistruttibile.

Corigliano Rossano 10 aprile 2019. FRANCO PALMISANO.