C’è un episodio della vita di Gesù riportato dagli Evangelisti Matteo e Marco in cui si narra che Gesù si trovava a Betania, a casa di Simone il Lebbroso. Mentre egli era a tavola << giunge una donna che aveva un vaso di alabastro,pieno di profumo di puro nardo di grande valore (Mc.14,3)>>. Il nardo era il profumo dell’amore della sposa verso il re sposo (Ct.1,12). Questa donna anonima compie su di Lui un gesto dall’alto valore simbolico.
<<Ella rompe il vaso di alabastro e versa il profumo sul suo Capo >> a differenza di Maria ,la sorella di Lazzaro (Gv.12,1-8), o dell’anonima peccatrice (Lc.7,36-50), che non ungono il capo di Gesù ma i suoi piedi. Questo episodio della sua vita ( e chissà perché ?) Gesù chiede espressamente che sia fatto conoscere a tutti :<< In verità IO vi dico che dovunque sarà proclamato il Vangelo per il mondo intero, in ricordo di lei, si dirà quello che costei ha fatto (Mc.14,9;Mt.26,13)>>.
L’unzione del capo, nei Salmi e nei Profeti, è un atto divino con cui si veniva consacrati, pertanto l’unzione non sui piedi ma sulla testa richiama in modo esplicito l’unzione dei sacerdoti (Es.29,4-7) o dei Re (2Re.9,1-6) o la consacrazione del messia, ed era compito esclusivo dei sacerdoti e dei profeti. Questa imprevista ed inacettabile azione di questa donna provoca la furibonda reazione dei discepoli che <<erano infuriati contro di lei (Mc.14,5)>>. Essi prendono a pretesto del loro sdegno lo spreco di trecento denari per l’acquisto del profumo (quasi uno stipendio annuo di un bracciante) ,ma in realtà non possono tollerare che una femmina abbia potuto compiere un’azione riservata non solo ai maschi, ma in particolare a sacerdoti e profeti. Le donne per la loro condizione fisiologica di perenne impurità erano ritenute gli esseri più lontani da Dio.
Gesù rivaluta radicalmente la condizione della donna , ma tale comportamento nei confronti della stessa non verrà nè compreso nè accettato nella Comunità cristiana primitiva e dopo di Gesù la donna sarà ricacciata di nuovo nella sua condizione servile di sottomissione all’uomo (1Tim.2,11-15), fino ad ammettere persino che << è sconveniente per una donna parlare in assemblea (1Cor. 14,33-35). San Paolo,ex-fariseo, si rifà alla Legge di Mosè e non certo al Vangelo di Gesù, che non sottomette ma libera, non abbassa la donna ma l’innalza.
Le donne, nei Vangeli, contrariamenti agli uomini, sono sempre presentate positivamente e il loro coraggio supera di molto quello dei discepoli. Esse non solo vengono elevate alla stessa dignità degli uomini, ma poste ad un livello superiore. Infatti mentre gli angeli erano ritenuti gli esseri più vicino a Dio e le donne gli esseri più lontani, con Gesù il compito degli angeli, quello cioè di essere gli annunciatori della vita, viene affidato proprio alle donne. Sono proprio loro quelle che per prima riconoscono in Gesù il Messia inviato da Dio (Gv.4,25-26) e sono loro quelle che sono capaci di seguirlo fedelmente e ,al momento della crocifissione, secondo i Vangeli Sinottici ,solo loro saranno presenti ,mentre i discepoli saranno tutti latitanti (Mt.27,55-56;Mc.15,40-41;Lc.23,49 ). Inoltre saranno le donne ad incontrare subito il Cristo Risuscitato ed ad annunciarlo ai discepoli (Mt.28,9;Mc.16,6-7;Lc.24,8-10), i quali non crederanno perchè la l testimonianza femminile non era attendibile (Mc.16,11;Lc.24,10), ritardando così per quei tempi il prezioso incontro con il Cristo Risorto.
Questo stesso ritardo si avverte, purtroppo ancora oggi, in una Chiesa in Uscita che decanta sempre il ruolo mariano di Maria, la Madre della Chiesa… ma in Cui manca ancora il coraggio evangelico di riconoscere un ruolo più qualificato, più responsabile e più gratificante alla Donna, Discepola del Cristo nella nostra storia ecclesiale!!! Si intravede comunque nel “Segno dei Tempi” il soffio perenne dello Spirito che ci sta portando alla “conversione” passando da una Chiesa che ha prediletto la spettacolarità mediatica delle Apparizioni o dei pellegrinaggi dei devoti ad una Chiesa più Grembiulizzata ,come voluta da Gesù.
In questa Chiesa si avverte continuamente il bisogno della forza volitiva ,dello spirito di sacrificio ,della capacità di accoglienza e della tenerezza della donna, che sa comunicare continuamente “vita” al mondo d’oggi nel Mistero dell’Agape. Mese mariano quindi del << Vino nuovo in otri nuovi (Mc.2,22b)>>. Riscoprire cioè oggi il Volto mariano della Donna, sempre vangelicamente più protagonista e umilmente sempre più orgoglosa (Lc.1,46-55) di essere Costruttrice , con Dio e come Dio, della Civiltà dell’Amore nella Nuova Creazione.
Corigliano Rossano , 1-31 maggio 2019,mese mariano . FRANCO PALMISANO