Anche nelle nostra Comunità cristiana che è in Corigliano Rossano è riecheggiato oggi il monito del Papa, che nella III Giornata Mondiale dei poveri invita tutti ad ascoltare il loro grido proveniente da ogni angolo dell’universo. Ma la Povertà per noi cristiani è una disgrazia o una beatitudine? Il Vangelo annuncia; <<Beati i Poveri di spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli (Mt.5,3)”. Dilemma: allora i poveri sono beati o disgraziati? Gesù proclama “Beati i Poveri di spirito”. Chi sono costoro?.
Costoro sono persone, non che la società ha reso povere, ma che per lo spirito, cioè per una forza interiore, scelgono loro volontariamente di entrare e di capire la condizione della povertà , perché si sentono responsabili della felicità e del benessere degli altri, per realizzare così quello che è la reale Volontà di Dio, sancita nella Bibbia : “Nel mio popolo nessuno sia bisognoso (Dt.15,4). Attenzione ! Il Messaggio di Gesù non è mai alienante, cioè non è mai la promessa di una felicità nell’aldilà, ma di quì, nella nostra esistenza.
Oggi la categoria della povertà va compresa e ritradotta nella nostra cultura: abbassare il nostro livello di vita per permettere , non con l’elemosina caritatevole ma con la condivisione dei beni , a quelli che lo hanno troppo basso d poterlo innalzare. Si tratta quindi di una Scelta Esistenziale e non solo Politica! Dal momento che c’è questa scelta ,Gesù dice:”Beati perché di essi è il Regno dei Cieli”.
Regno dei Cieli sta per Regno di Dio. Regno di Dio è il Regno dove solo “DIO” è il “RE”. In questo regno non si è governati da uomini che emanano leggi da osservare, ma da un DIO (Padre) che governa effondendo su tutti il suo Spirito.
Gesù con questa beatitudine ci assicura che se c’è un gruppo di persone che liberamente, volontariamente, per amore gratificante e totalizzante, sceglie di essere responsabile della felicità e del benessere degli altri , da quel momento succede qualcosa di straordinario: Dio si prende cura di questo gruppo.
E’ un cambio meraviglioso! Se noi ci prendiamo cura degli altri , finalmente permettiamo a Dio di prendersi cura LUI di noi. Solo così si passa dal credere che Dio è Padre (Genitore) a sperimentarlo come Padre ed è grande la differenza. La vita cambia, perché si sperimenta quotidianamente, anche negli aspetti minimi e insignificanti dell’esistenza, la presenza tenera di un Genitore che, in qualunque situazione, noi sentiamo che ci sussurra:” Non ti preoccupare , ma fidati di Me (Mt.6,26)”. Questo non significa che ci vengono tolte le difficoltà, le avversità che la vita ci fa incontrare, ma c’è una forza nuova, una capacità nuova per viverla.
Gesù è molto chiaro: questa è la prima Beatitudine , da cui poi dipendono tutte le altre. . . << Coloro che liberamente, volontariamente, per amore, decidono oggi , in questo momento, di essere responsabili della felicità , del benessere , cioè della liberazione e promozione umana degli altri , “Beati Loro”, perché proprio di costoro si prende poi cura Dio >>. Questo è il significato del “beati perché di questi è il Regno dei cieli”.
La prima Beatitudine va riletta e riascoltata nell’Oggi della Storia. << Quanti scelgono di condividere con altri quello che sono e che hanno, sono “Beati”, perché costoro avvertono nella loro vita la Presenza di un Dio-Genitore, che si prende cura di loro>>.
Corigliano Rossano, 17.11.2019 . ( Franco Palmisano )