Il gioco è una delle attività umane più antiche di cui abbiamo testimonianza. Già i sumeri si dilettavano con sistemi di gioco molto sofisticati. Oggi restano pochi reperti a nostra disposizione, per parlare dell’origine più antica di questo uso, diffuso in tutto il mondo. Per millenni gli umani hanno giocato utilizzando oggetti della vita quotidiana, bastoncini di legno e ossa di animali lavorate, utensili facilmente deperibili. Tuttavia, nel corso dei secoli molti giochi sono stati tramandati di generazione in generazione, attraversando interi continenti e arrivando fino ai giorni nostri. Ancora oggi in tutto il bacino del Mediterraneo troviamo giochi molto simili tra loro, diffusi probabilmente in quei luoghi sin dai tempi dell’Antica Roma.

Gli antichi greci amavano molto svagarsi, dilettandosi con giochi di diverso tipo. Alcuni di questi potrebbero farci pensare a una moderna roulette. Alcuni soldati erano soliti ruotare il loro scudo, ponendolo in posizione. Si raccoglievano scommesse sul suo giro, indicando il punto in cui lo scudo si sarebbe fermato. Questo tipo di giochi si sono diffusi in molte città della Magna Grecia, anche in Calabria. Nel periodo romano, quasi tutta l’Europa ha conosciuto sfide con i dadi, o giochi da tavola con le pedine come Latrunculi (un antenato della dama e degli scacchi).

Tra il Medioevo e il Rinascimento si sono diffusi molti nuovi giochi, in particolare giochi di carte e gli scacchi. Con la modernità e lo sviluppo industriale, è nata una vera e propria industria del gioco, sempre più fiorente. Nel giro di pochi decenni, le attività ludiche si sono moltiplicate, venendo incontro a un pubblico sempre più vasto. Oggi Internet ha rivoluzionato completamente la nostra idea di gioco, portando in casa nostra giochi di ogni tipo. Tra quelli più apprezzati oggi nel mondo troviamo i giochi da casinò online. Ogni giorno milioni di utenti scelgono di giocare a poker, di fare una partita a blackjack online, o di sfidare le slot machine e la roulette.

In Calabria, quali giocano della tradizione restano ancora vivi? Sebbene molte usanze si vadano perdendo nel tempo, alcuni giochi vengono ancora praticati. È il caso del gioco “A Battimuru”. Questo consiste nel far battere delle monete contro un muro, affinché cadano quanto più vicino possibile alla base del muro stesso. Chi riesce ad avvicinarsi di più alla base del muro vince tutte le monete in terra.  Un altro gioco di abilità e di precisione della tradizione prende il nome “I vivi e i morti”. I giocatori si procurano frammenti di piastrelle e li pongono in verticale. Ogni piastrella rappresenta un giocatore. Ognuno a distanza di 10 metri deve poi lanciare un sassolino a turno, cercando di far cadere le piastrelle degli altri giocatori (“uccidendoli”). Vince colui che butta giù tutte le piastrelle degli avversari, senza che la sua piastrella venga abbattuta. Un altro grande classico prende il nome di “Fonta” o gioco delle biglie. La sfida si tiene all’aperto, ogni concorrente dispone di una biglia. Si preparano cinque buche nel terreno, in modo tale da formare un quadrato con un punto al centro. Lo scopo del gioco è quello di mandare la biglia in uno di questi buchi, considerando che al punto centrale corrisponde un punteggio dal valore doppio rispetto alle altre buche. Il punteggio si calcola contando il numero di centri riusciti.

Ovviamente uno dei giochi più amati, in Calabria come nel resto dell’Italia, è quello delle carte. Il gioco delle carte ha da sempre appassionato persone di ogni ceto sociale, di ogni sesso e di ogni età. Uno dei più apprezzati e diffusi nella regione è senza dubbio la Calabresella, una variante calabrese del Tressette. La Calabresella ha la stessa gerarchia e i gli stessi punteggi del Tressette. Il numero di giocatori coinvolti va dai 3 ai 7 (si parla quindi di Terziglio, Quartiglio, Quintiglio, Sestiglio e Settiglio a seconda dei casi). Si può giocare uno contro tutti, o una coppia contro tutti.

Un altro gioco di carte molto amato e diffuso in tutto il sud Italia è “Patruni e Sutta” (Padrone e Sotto). Si inizia giocando una classica partita a briscola. Al termine di questa si stabilisce chi sarà “U Sutta”. I due giocatori con i punteggi più alti diventano invece i “Patruni”. “U Sutta” propone chi deve pagare la punizione, mentre “U Patruni” dovrà scegliere se accettare o meno l’esecuzione di questa punizione. Generalmente questo gioco si praticava nelle cantine e ancora oggi si vive in modo conviviale e goliardico. Il gioco cambia, si evolve, ma alcune usanze restano sempre vive, anche tra i giovani.

 

Source: Pixabay Author: simoneforum19800

In Calabria, quali giocano della tradizione restano ancora vivi? Sebbene molte usanze si vadano perdendo nel tempo, alcuni giochi vengono ancora praticati. È il caso del gioco “A Battimuru”. Questo consiste nel far battere delle monete contro un muro, affinché cadano quanto più vicino possibile alla base del muro stesso. Chi riesce ad avvicinarsi di più alla base del muro vince tutte le monete in terra.  Un altro gioco di abilità e di precisione della tradizione prende il nome “I vivi e i morti”. I giocatori si procurano frammenti di piastrelle e li pongono in verticale. Ogni piastrella rappresenta un giocatore. Ognuno a distanza di 10 metri deve poi lanciare un sassolino a turno, cercando di far cadere le piastrelle degli altri giocatori (“uccidendoli”). Vince colui che butta giù tutte le piastrelle degli avversari, senza che la sua piastrella venga abbattuta. Un altro grande classico prende il nome di “Fonta” o gioco delle biglie. La sfida si tiene all’aperto, ogni concorrente dispone di una biglia. Si preparano cinque buche nel terreno, in modo tale da formare un quadrato con un punto al centro. Lo scopo del gioco è quello di mandare la biglia in uno di questi buchi, considerando che al punto centrale corrisponde un punteggio dal valore doppio rispetto alle altre buche. Il punteggio si calcola contando il numero di centri riusciti.

Ovviamente uno dei giochi più amati, in Calabria come nel resto dell’Italia, è quello delle carte. Il gioco delle carte ha da sempre appassionato persone di ogni ceto sociale, di ogni sesso e di ogni età. Uno dei più apprezzati e diffusi nella regione è senza dubbio la Calabresella, una variante calabrese del Tressette. La Calabresella ha la stessa gerarchia e i gli stessi punteggi del Tressette. Il numero di giocatori coinvolti va dai 3 ai 7 (si parla quindi di Terziglio, Quartiglio, Quintiglio, Sestiglio e Settiglio a seconda dei casi). Si può giocare uno contro tutti, o una coppia contro tutti.

Un altro gioco di carte molto amato e diffuso in tutto il sud Italia è “Patruni e Sutta” (Padrone e Sotto). Si inizia giocando una classica partita a briscola. Al termine di questa si stabilisce chi sarà “U Sutta”. I due giocatori con i punteggi più alti diventano invece i “Patruni”. “U Sutta” propone chi deve pagare la punizione, mentre “U Patruni” dovrà scegliere se accettare o meno l’esecuzione di questa punizione. Generalmente questo gioco si praticava nelle cantine e ancora oggi si vive in modo conviviale e goliardico. Il gioco cambia, si evolve, ma alcune usanze restano sempre vive, anche tra i giovani.

Source: Pixabay Author: linfer3

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