di Domenico Campana
Il varo del nuovo Tribunale passa attraverso un’iniziativa legislativa parlamentare, nell’ambito della riforma della Giustizia, annunciata dal Ministro Nordio, che dovrebbe portare anche a riempire i ‘’vuoti’’ di giustizia lasciati dalla riforma del 2011-2012. Appello ai parlamentari del Territorio: non farsi sfuggire questa opportunita’.

C’e’ bisogno di un’iniziativa legislativa di cui si dovrebbero far carico i parlamentari eletti del nostro territorio, nell’ambito dell’impegno del governo di riformare la Giustizia che significa anche riempire i ‘’vuoti di giustizia’’ lasciati, anche sul nostro territorio, dalla riforma della ‘’geografia giudiziaria’’ del 2011-2012. Si tratta di mettere ”in cantiere” , attraverso un’iniziativa legislativa-parlamentare, un ”progetto pilota” di amministrazione della giustizia , efficiente, efficace ed innovativa secondo le indicazioni della Commissione interministeriale per la Giustizia nel Sud, condivise dal governo (https://www.ordineavvocatilatina.it/sites/default/files/User_files/Relazione-Finale_Commissione-Interministeriale-per-la-Giustizia-nel-Sud-e-Isole_v1.1.pdf) che prevedono: 1) un management che crei percorsi gestionali omogenei e coerenti nel rispetto del ” disposition time”: una misura, di durata, prevista dal Pnrr, che individua il tempo medio di definizione dei procedimenti; 2) l’eliminazione del turnover dei magistrati, per assicurare, in particolare nel civile, una continuita’ ed una stabilita’ di esperienza professionale che assicuri prassi virtuose ovvero efficaci; 3) adeguata professionalita’ amministrativa a supporto dell’attivita’ giurisdizionale. Anche il migliore sistema processuale non puo’ funzionare in modo adeguato se non dispone di stabili e sufficienti risorse di personale di magistratura e amministrativa. E’ imprescindibile che ciascun ufficio giudiziario sia dotato di un rapporto magistrati/abitante almeno pari alla media europea, e lo stesso deve valere per il personale amministrativo. Il Tribunale e’ un’istituzione pubblica fondamentale al servizio della Comunita’ di riferimento: per questo occorre garantire standard certi di funzionamento e di presidio, agendo sull’organizzazione e sulla professionalizzazione delle attivita’ a supporto dei Capi degli uffici; 4) la realizzazione di un ”ecosistema integrato” fondato sulle nuove tecnologie per la fruibilita’ smart dei servizi al cittadino e per la funzionalita’ relativa all’amministrazione della giustizia; 5) condizioni edilizie e logistiche funzionali all’efficienza del sistema giustizia sul territorio; 6) strutture dedicate al monitoraggio annnuale per interventi correttivi ai fini dello sviluppo organizzativo e di miglioramento dei servizi e delle condizioni di lavoro nelle principali aree tematiche che sono: servizi rivolti all’utenza della giustizia civile, organizzazione e sviluppo delle professionalita’, valorizzazione del ruolo degli uffici giudiziari; 7) una struttura dedicata di comunicazione-informazione anche per favorire la conoscibilita’ pubblica delle ‘perfomance’ con particolare riguardo ai tempi di risposte e di erogazione delle prestazioni, nonche’ agli standard di assistenza garantiti, in modo da sviluppare una sorta di ”rendicontazione sociale” che rappresenti periodicamente l’andamento dei principali indicatori di ‘performance’ degli Uffici.
La disponibilita’ del governo e del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, c’e’ e si verifica nell’analisi che ha tracciato nella sua relazione sullo ”stato” della Giustizia, approvata, nei giorni scorsi, dal Parlamento. In particolare per quanto riguarda la cosiddetta giustizia di prossimita’, il Ministro ha chiarito: ” Non vorremmo – ha detto- che con la giustizia capitasse quello che è accaduto con il COVID, quando ci si è accorti che l’accentramento delle cure soltanto in centri di eccellenza aveva disperso la sanità territoriale, creando una serie di problematiche. Noi vorremmo – ha sottolineato – che questo non accadesse nella giustizia e che, accanto a tribunali distrettuali, specializzati in settori estremamente delicati e importanti – penso al tribunale dei brevetti e al tribunale delle imprese- fosse potenziata anche la giustizia di prossimità, per portare proprio la giustizia più vicino ai cittadini soprattutto nei territori particolarmente disagiati”. Un obiettivo che viene condiviso anche dalle opposizioni, se e’ vero come e’ vero, che nella risoluzione del gruppo della Camera dei Cinquestelle, si impegna, fra l’altro, il governo ”a sostenere le iniziative legislative parlamentari volte a riformare la geografia giudiziaria secondo il principio costituzionalmente garantito della giustizia di prossimità, per mezzo della riapertura delle sedi accorpate e di quelle soppresse dai decreti legislativi in attuazione della legge delega n. 148 del 2011, in relazione a criteri oggettivi e qualificati”. Ed i ”criteri oggettivi e qualificati”, evidentemente, non sono piu’ quelli dettati dalla Commissione Vietti, peraltro sostanzialmente disattesi dalla riforma del 2012( tagli indiscriminati sulla base di una selvaggia ”spending review” ovvero revisione della spesa) ma quelli della Commissione Interministeriale sopra citata. Spetta ai legislatori eletti sul nostro territorio, in condivisione con gli ordini professionali del settore, fare la loro parte, sapendo che, questa volta, trovano nel governo disponibilita’ che non e’ solo all’ascolto ma anche operativa. Sapendo, altresi’, che nell’agenda dei lavori del Ministro ci sono, per ora, priorita’, come le intercettazioni e non solo, che farebbero dilatare i tempi della riforma della ‘’geografia giudiziaria’’, mentre l’iniziativa legislativa, secondo le indicazioni sopra illustrate, aprirebbe, attraverso il canale parlamentare, il ‘’cantiere’’ di questa riforma che, con il viatico del governo ed il consenso del Ministro della Giustizia, potrebbe portare alla ‘’costruzione’’ del nuovo Tribunale anche sul nostro territorio.
Domenico Campana

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