E se l’inferno non fosse il regno ultraterreno della dannazione eterna? Se fosse la nostra vita qui sulla terra? Oltre a Jean-Paul Sartre, molti lo pensano
Viviamo dentro un sottile guscio sferico.
Se la terra fosse grande quanto una mela l’atmosfera corrisponderebbe alla sua buccia ed è sotto questa buccia
che tutto avviene, tutto si svolge e tutto si compie.
Siamo qui da pochi milioni di anni, viviamo esistenze di durata infinitesima rispetto ai cicli di qualunque processo cosmico di rilievo; abitiamo un tiepido pianeta roccioso, ricco di acqua, circondato e protetto da una confortevole atmosfera, (abbiamo visto quanto sottile), e da un campo magnetico i quali, come magiche coperte che assorbono i raggi ultravioletti, ci schermano dagli effetti devastanti dei raggi cosmici e degli sciami di particelle, ma appena mettiamo il naso fuori, nello Spazio, troviamo il caos, niente più rispetta le leggi scientifiche che conosciamo.
Ma poi, siamo sicuri che il caos è solo fuori e non anche dentro ?
Immagini strazianti irrompono quotidianamente nelle nostre vite creando sconcerto e disperazione, inevitabile allora l’eterna domanda : Perché ?
La stessa che Voltaire rilanciò dopo il terremoto di Lisbona del 1755: “O Dio è onnipotente, e allora è cattivo, oppure Dio è impotente, e allora non è il Dio in cui gli uomini credono”.
Sono riflessioni che ciascuno sente sgorgare in sé all’improvviso, dopo che tante volte ci siamo illusi che potessero riguardare solo gli altri.
A chi rivolgersi allora vista l’impotenza dell’uomo? Ognuno, nella sua disperazione, deve pure aggrapparsi a qualcosa, invocare o maledire il proprio dio che sembra assente o tutt’al più indifferente.
Rousseau rispose a Voltaire dicendo che la vera domanda da porsi è forse “Dov’è l’uomo?”, allora continuiamo a dare la colpa all’uomo vittima e carnefice delle catastrofi.
E’ un irrisolvibile dilemma tra Dio e l’uomo.
Dov’è l’uomo con le sue responsabilità concrete nella mancata prevenzione, nella cattiva gestione del territorio, nel prevalere dell’interesse personale su quello comune?
Conosceremo mai noi stessi dando soddisfazione a Socrate ?
Il nostro duplice, cangiante volto appare sempre più sconcertante : capace delle peggiori nefandezze, irresponsabile e cinico eppure radicalmente umano, compassionevole, capace di gesti eroici, di piangere gli altri, di scavare a mani nudi tra le macerie e il dolore accanto al fratello e allo sconosciuto. E quando il “carico” delle catastrofi diventa insopportabile rimonta il “Dio, dove sei?”.
La tradizione spirituale ebraica e cristiana, ci dice che Dio non è lontano,.
Gesù Cristo disse ai suoi discepoli parole confortanti: “Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia”
Può Dio intervenire nel modo bypassando le azioni degli uomini ?
Può intervenire castigando o compiendo materialmente il bene senza la cooperazione degli uomini? Oppure Dio interviene solo inviando il suo spirito nella mente e nel cuore delle persone che poi agiscono per il bene o per il male?
Molti cristiani oggi sono persuasi che il mondo abbia una propria autonomia da Dio, che siamo veramente liberi e che Dio non può costringerci né con il castigo né con il premio terreno
Sappiamo e crediamo che l’ultima parola non è e non sarà la morte ma la vita piena che Dio dona a tutti, suoi figli, quando asciugherà le lacrime dai nostri occhi, perdonando il male da noi compiuto. Egli ci accompagna senza mai abbandonarci, anche se il male, la sofferenza e la morte restano un enigma che solo a fatica, grazie alla fede e a Gesù Cristo, può diventare mistero di vita.
Quella Fede che il grande giornalista Indro Montanelli ha cercato invano:” Invidio chi ha fede nella trascendenza e nell’eternità, ma se possederla è una grazia di Dio, come dicono i teologi cattolici, mi domando perché io non sia stato meritevole di riceverla”
Ecco allora il vero, unico disvelamento di ogni Perchè?: Ricevere e mantenere la Grazia di Dio ,
il più grande dei doni