Totò avrebbe detto: dunque noi vogliamo sapere, per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare? Appunto. Dove stiamo andando? Nessuno lo sa, qualcuno prova a immaginarlo, molti rinunciano a capire.
Una clamorosa denuncia arriva da uno scienziato inglese, Geoffrey Hinton , che è stato decisivo per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ( A-I, è di questo che stiamo parlando ) con la creazione delle cosiddette reti neurali.
L’informatico avverte che, sviluppando macchine in grado di ragionare e prendere decisioni in modo autonomo, andiamo incontro a enormi rischi
Lo sviluppo dei modelli di intelligenza artificiale e la capacità di ragionare e prendere decisioni pone una «minaccia esistenziale all’umanità», per cui Hinton, rivolge un appello a Stati Uniti e Cina, chiedendo alle potenze globali di intervenire per regolare questi modelli ed evitare che prendano il sopravvento.
Infatti, questi grandi modelli sono in grado di sapere migliaia di volte quello che sanno gli umani, incluso ChatGpt;: sono in grado di fare dei ragionamenti, possono manipolare le persone, avendo imparato tutta la conoscenza del mondo.
Lo scienziato si concentra, piuttosto, su due categorie di rischi: possibili attacchi degli hacker in grado di paralizzare intere reti essenziali per la vita di una nazione, e quelli legati alla possibilità che la macchina sfugga al controllo dell’uomo- Afferma che intelligenze artificiali alle quali viene consentito non solo di generare i propri codici informatici, ma anche di gestirli in modo totalmente autonomo, arrivano a formulare ragionamenti e a prendere decisioni che non possono essere previste dai creatori dei programmi
E’ stato pubblicato uno studio , nel quale i ricercatori hanno dimostrato che la I.A. riesce a tradurre i pensieri privati degli esseri umani analizzando risonanze magnetiche che misurano l’afflusso di sangue in differenti regioni del cervello. Flusso sanguigno cerebrale e attivazione neuronale,
infatti, sono accoppiati. In altre parole l’attività cerebrale è un segnale criptato, l’intelligenza artificiale aiuta a decifrarlo quindi è vicina a leggere il pensiero. Anzi, già lo fa, anche se in maniera un po’ rozza. con i sistemi di riconoscimento facciale e lo sblocco del telefono .
La super intelligenza può nascere anche solo dalla moltiplicazione delle copie di una I.A.: ognuna di esse impara separatamente, ma condivide la conoscenza acquisita con le altre macchine «gemelle». Esiste il rischio di attacchi sempre più sofisticati di hacker in grado di paralizzare interi sistemi informatici, mettendo in ginocchio aziende o, anche, infrastrutture essenziali (elettricità, acqua, reti informatiche) di interi Paesi.
Hinton non disegna scenari fantascientifici di ribellioni di computer che acquistano coscienza di sè. ma un’ulteriore difficoltà nasce dalla differenza tra l’intelligenza umana che è biologica, e quindi unica, e quella artificiale che è basata su sistemi digitali replicabili all’infinito.
Glissare è assai difficile, occorre arginare i rischi con accordi fra tutti gli scienziati del mondo. A differenza del nucleare, dove c’è un’arma fisica da controllare, la ricerca informatica è impalpabile[…] allarmi e pentimenti stanno arrivando a raffica, prima che i danni si materializzino.
Non è roba da poco e non va sottovalutato. Ma quanti ne so sono al corrente e consapevoli ?.I precedenti non aiutano e non confortano
La comprensione collettiva delle rivoluzioni tecnologiche e delle grandi invenzioni non è mai stata immediata.
La storia è piena di esempi. Sono tanti i casi di aziende importanti, che fatturavano miliardi, che nel giro di pochi anni hanno chiuso battenti prendendo parte alla lista dei più grandi fallimenti aziendali. (Blockbuster, Kodak e Nokia ). Trasformazioni simili hanno dunque colpito la fotografia digitale, la riproduzione video e musicale, la trasmissione di documenti, la telefonia. pellicole, Vhs, Dvd, fax e segreterie telefoniche, esse fanno parte del nostro passato.
Quanti maniscalchi hanno capito di dover cambiare mestiere, quando hanno sentito per la prima volta il rumore del trattore?
Non tutti hanno capito subito, in tanti si sono illusi (passioni, abitudini e interessi tolgono lucidità). Anche quando internet è diventato un vocabolo di uso comune, a metà degli anni Novanta, pochi hanno capito l’impatto che avrebbe avuto. Molti hanno scambiato una rivoluzione per una moda, a proprio rischio e pericolo.
Sta accadendo di nuovo con l’intelligenza artificiale? L’impressione è questa. E poiché si tratta di un fenomeno ancora più pervasivo, non capire per tempo è rischioso.
Mentre cambia tutto, vogliamo pensare che nulla cambierà
A consolarci è Federico Faggin il padre del microprocessore.
Dopo anni di studi e ricerche avanzate ha concluso che c’è qualcosa di irriducibile nell’essere umano, qualcosa per cui nessuna macchina potrà mai sostituirci completamente. “Per anni ho inutilmente cercato di capire come la coscienza potesse sorgere da segnali elettrici o biochimici e ho constatato che, invariabilmente, i segnali elettrici possono solo produrre altri segnali elettrici o biochimici, o altre conseguenze fisiche come forza o movimento, ma mai sensazioni e sentimenti, che sono qualitativamente diversi… È la coscienza che capisce la situazione e che fa la differenza tra un robot e un essere umano…..”
Coscienza…..salvaci tu !