Tendiamo prima ad affermare le nostre ragioni, dopo… molto dopo, ci trasformiamo, perché ci conviene, in esseri sociali. Ancora una volta Hobbes con il suo homo hominis lupus e, prima di lui, il misterioso Omero che biasimava la sua stessa specie “empio senza vincoli sociali” che desidera la guerra, provvedono ad affossare il buon Aristotele con il suo essere sociale.
Siamo l’unica specie in natura che pratica la guerra. (che bello..) . Sembra però, (che consolazione!) che il Male preceda la nostra Storia infarcita di violenza praticata dagli animali,almeno loro, privi di ragione.
Pur tuttavia non siamo inclini naturalmente al male (questo sì che ci rallegra) ,del resto la malvagità sfugge ad ogni incasellamento.
Le vicissitudini dell’essere umano sono strapieni di episodi drammatici, di violenza e di morte.
In S.Paolo il Male assume una dimensione cosmica, oltre che dentro di noi, nel nostro cuore, il Male permea le strutture nelle quali si svolge la convivenza umana
Date le premesse, quanto di spaventoso è accaduto il 7 Ottobre con conseguenze apocalittiche,imprigiona il nostro giudizio in luoghi comuni rendendolo gregario al pensiero egemone. Di fronte ad un evento che va oltre ogni morale siamo disorientati, la realtà si sovrasta e allora cerchiamo spiegazioni autoconsolatorie
Quello che,fortunatamente, anche la mia generazione ha solo letto sui libri o vissuto attraverso film, documenti e testimonianze, improvvisamente irrompe nelle nostre vite, si fa presente, diventa quotidiano, spiazzandoci ( covid Ucraina ..)
Tagliagole che attaccano di notte per uccidere uomini, donne e bambini inermi, colpevoli soltanto di essere ebrei e per questo giustiziati come portatori di una colpa perenne, inestinguibile. Conseguente e devastante la risposta con migliaia di morti anch’essi innocenti.
E’ un ulteriore conferma che la Storia non impara da se stessa. Il Male riemerge sempre e comunque avido di vendette e distruzione .
L’eccidio del 7 ottobre proietta sinistramente nelle nostre menti progrom e massacri programmati nonché il tremendo spettro della SHOAH.
La nostra civiltà, quella Occidentale, ricordiamolo, affonda le radici sul rigetto della barbarie nazifascista. Quello che Hamas ha compiuto è un inedito.
Gli uccisi, barbaramente, non erano combattenti in azioni di guerra bensì civili, inseguiti e sterminati nella normalità della loro esistenza quotidiana, in uno Stato che, sia pur con mille difetti e colpe è pur sempre democratico.
I terroristi non chiedono alcuna cosa, le uccisioni degli stessi palestinesi,il loro popolo, sono funzionali al loro delirante progetto. Vogliono la cancellazione di Israele, degli ebrei e a seguire dell’Occidente altro che due Stati e due popoli.
Questo non ha niente di umano, di ragionevole..è dunque al di là di ogni morale.
Le scelte sciagurate del governo di Israele fanno parte della politica e non di uno statuto di sterminio, meritano certo condanna e opposizione ma non possono diventare un elemento di giustificazione o un’attenuante. Anche la sofferenza e la disumanità delle condizioni di vita a cui sono costretti i palestinesi a Gaza devono essere considerate di per sé, nel loro significato che testimonia la negazione di un diritto, quello all’autodeterminazione che continua a essere un miraggio (fino a sembrare un inganno),unitamente al diritto di Israele a esistere.
E noi? Continuiamo ad illuderci di essere al riparo quando gli Allah Ákbar sono già tra noi , quando siamo parte in causa del nuovo disordine mondiale che ci minaccia, quando la bandiera nera del Califfato che sventola sul Vaticano e il Colosseo in fiamme diventano minacce concrete. Espelliamo inconsciamente quanto di chiarissimo Hamas dice con parole ed azioni, quanto autocrati dichiarati o ambigui – Putin, Ali Khamene , Kim Jong-un, Erdoğan, Xi Jinping seminano.
Non riusciamo a compiere il passaggio che va dalla commiserazione alla condivisione, se questo non avviene forse ne siamo estranei e tutto sommato convinti di essere al sicuro
Facciamo di tutto per mantenere una distanza che non mandi il cervello in cortocircuito, preservi il nostro modo di vivere, la nostra quotidianità, il mondo che i nostri nonni e bisnonni ci hanno consegnato versando il loro sangue.