di FABIO MENIN
E’ IN ATTO col consenso o il silenzio purtroppo di buona parte della classe politica regionale e dell’istituzione Regione Calabria un tentativo organizzato di grandi imprese multinazionali di occupare il suolo e il mare della Calabria Nord- jonica esclusivamente per i propri interessi.

ACRI: l’Enel Green Power ha presentato un progetto di impianto di pale eoliche di dimensioni di 250 metri di altezza in piena area montana tra boschi di pino calabrese e castagno in località Serra Crista. Il progetto prevede aree di disboscamento oltreché di realizzazione di nuove strade con interramento di un lungo elettrodotto per complessivi 15 km di intervento con relativi sbancamenti e deforestazioni per quasi 20.000 alberi della pineta e castagneti, con esemplari maturi e plurisecolari. La Sovrintedenza alle belle arti, ha espresso per il momento parere negativo e l’Associazione Italia Nostra ha presentato un ricorso motivato alla Regione Calabria affinché il progetto venga fermato, visto l’impatto paesaggistico ed ambientale sugli ecosistemi montani e sul paesaggio.
SCHIAVONEA DI CORIGLIANO: la multinazionale Baker-Hughes/Nuovo Pignone ha presentato un progetto di occupazione di 3 banchine portuali con occupazione delle relative aree cementate utili al trasporto di merci e persone, occupando così di fatto la parte migliore del porto. L’azienda vuole realizzare moduli , simili ad enormi gabbie metalliche da trasportare su chiatte , utili al trasporto di grandi parti per la compressione del gas naturale liquefatto(GNL) . Il progetto è stato approvato dall’autorità marittima di Gioia Tauro, col consenso della Regione Calabria senza tenere in considerazione l’area industriale libera nel retroporto che secondo i piani regolatori locali e zonali è deputata all’uso industriale. In questa maniera tutta la Sibaritide e la Calabria Nord- Jonica verrebbe a perdere l’unico porto commerciale e turistico e agricolo che ha disponibile. Sorprende l’atteggiamento delle autorità marittime che anziché realizzare le infrastrutture previste anche nella programmazione del governo italiano per i porti del sud, nel cosiddetto “PIANO MARE” varato nell’agosto 2023, concede l’uso del porto privo di infrastrutture adeguate ad una sola azienda. In questa maniera ogni prospettiva di banchina commerciale, di banchina crocieristica , di collegamenti con la ferrovia viene meno, con grave danno per il porto stesso e per le stesse attività di pesca che vengono confinate in spazi inadatti.
CORIGLIANOROSSANO- MANDATORICCIO : un’altra multinazionale che si occupa di energia rinnovabile ha presentato un progetto di installazione di 28 gigantesche pale eoliche off-shore nei fondali del mare jonio prospicienti la costa tra CoriglianoRossano e Mandatoriccio. Si tratta di manufatti di notevoli dimensioni che vengono a modificare di fatto il paesaggio marino, e vengono ad interferire con l’ecosistema marino che in quell’area è occupato da Posidonia Oceanica e riconosciuto come sito di interesse comunitario dall’Unione Europea. Non sono da trascurare le conseguenze per l’immagine del turismo che questo insediamento può determinare.

In questa maniera l’area Nord calabrese tra Piana di Sibari,Sila Greca e mare jonio viene di fatto colonizzata da interessi economici industriali estranei al territorio che lo utilizzano per fini economici propri e lo sottraggono all’uso delle popolazioni . Una specie di colonizzazione senza alcuna contropartita fatta esclusione per una cinquantina di posti di lavoro previsti per la realizzazione dell’impianto industriale dentro il porto di Corigliano. Le forze politiche e sociali e le istituzioni del territorio sono chiamate a difendere il bene collettivo territoriale da queste iniziative che si configurano nei fatti come uno stravolgimento dei valori ambientali e produttivi reali del nostro territorio.
FABIO MENIN

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