Quanto sta trapelando dall’inchiesta “Calipso” della Procura di Rossano, che ha messo sotto sequestro dieci depuratori dello Ionio, conferma e rafforza le nostre preoccupazioni sulla gestione della depurazione e sullo stato delle nostre acque marine. Senza mezzi termini, significa che avevamo ragione noi.

In questi mesi abbiamo ripetutamente implorato, con gentilezza e con durezza, le autorità competenti affinché intervenissero per tempo nella depurazione e per un monitoraggio delle fonti inquinanti, abbiamo ottenuto in risposta soltanto rassicurazioni e insulti.

Convinti di avere ragione abbiamo presentato nei giorni scorsi un esposto alla Procura della Repubblica specifico sullo stato delle acque a Rossano, un esposto che trova piena convergenza con quanto sta emergendo e che va anche oltre il problema della depurazione. Non è stato semplice perché tutta la comunità e l’intero territorio avrebbe preferito credere alle rassicurazioni irresponsabili di chi dovrebbe tutelare la salute pubblica ed invece non fa altro che nascondere, in tutti i settori, la polvere sotto il tappeto. Il punto è che la polvere è così tanta che i tappeti non bastano. Noi crediamo che per valorizzare questo territorio e creare prospettive di sviluppo dobbiamo sollevare i tappeti, affrontare i problemi anche quando sono scomodi e risolverli, non fare finta che non ci siano.

A tal proposito siamo curiosi di conoscere il ruolo dell’Arpacal in questa faccenda, un ente che abbiamo battezzato come poco affidabile perché fortemente influenzato dagli interessi degli apparati politici e che in passato ha toppato clamorosamente.

Di certo, di fronte all’ennesima palese manifestazione di arroganza e inadeguatezza, ci aspettiamo un passo indietro da chi ricopre ruoli pubblici ed avrebbe dovuto tutelare la salute e l’economia del territorio, un passo indietro che la città accoglierebbe con sollievo.

Movimento TERRA e POPOLO

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