Domenica 16 febbraio, dalle ore 10:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 18:00, è possibile visitare, senza pagare il biglietto d’ingresso, il Museo Diocesano di Arte Sacra, nel cuore del centro storico di Rossano ed a pochi metri dalla Cattedrale, che, anche quest’anno, ha aderito alla seconda edizione delle Giornate Nazionali dei Musei Ecclesiastici, organizzata da AMEI (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani), considerato il buon esito riscontrato l’anno scorso sia a livello nazionale che locale.
Visitare il Museo Diocesano di Rossano, dunque, rappresenta l’occasione per i tanti residenti del territorio di ammirare, da vicino, un patrimonio di notevole importanza. Nelle dieci nuove sale del Museo, infatti, vi sono diversi paramenti ed oggetti sacri rinvenuti durante i lavori di ristrutturazione della Cattedrale. Nella sala d’onore, invece, si trova, al momento, una copia del Codice Purpureo, anche perché l’originale si trova a Roma, in attesa del riconoscimento dell’Unesco, per i lavori di recupero dell’antico e prezioso Evangelario. Il Codex Purpureus Rossanensis, il quale contiene il Vangelo di Matteo e di Marco fino al versetto 14 dell’ultimo capitolo, è scritto in greco su 188 fogli di pergamena di colore rosso porpora (dal quale prende il nome Purpureus), in caratteri onciali (maiuscola biblica) su due colonne di 20 righe, di cui le prime tre di colore oro e le restanti di colore argento, con 15 illustrazioni di grandissimo valore storico-artistico, nell’ordine: Resurrezione di Lazzaro (tav. I); Ingresso di Gesù in Gerusalemme (tav. II); Gesù scaccia i venditori dal Tempio (tav. III); Parabola delle 10 Vergini (tav. IV); Ultima Cena (tav. V); Comunione col Pane (tav. VI); Comunione col vino (tav. VII); Gesù nell’orto del Getsemani (tav. VIII); Canone dei Vangeli (tav. IX); Lettera di Eusebio a Carpiano (tav. X); Guarigione del cieco nato (tav. XI); Parabola del Buon Samaritano (tav. XII); Gesù davanti a Pilato (tav. XIII); Gesù e Barabba (XIV); S. Marco Evangelista (tav. XV). Risale al V-VI sec. e proviene quasi sicuramente da Antiochia di Siria (anche se di recente è stata avanzata l’ipotesi della sua fattura in Cesarea di Palestina). A portarlo a Rossano furono, probabilmente, i monaci melkiti provenienti dall’Oriente che sfuggivano alle persecuzioni dei musulmani. Per consistenza e qualità, risulta essere il migliore di altri due codici purpurei greci: il Genesis, custodito nella Biblioteca Nazionale di Vienna e il Sinopense, conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi. All’interno del Museo Diocesano, inoltre, si trovano diversi oggetti quali: uno specchio greco del sec. V a.C.; reperti archeologici databili al IV sec. e ceramica italiota rinvenuti nelle contrade Foresta e Petraro; una lastra marmorea con iscrizione latina del I sec. a.C.; un bassorilievo cristiano del sec. XV; una tavola a fondo oro con una Pietà di scuola veneta (sec. XV); una sfera greca in perfetto gotico della fine del XV sec.; l’anello-sigillo detto di S. Nilo (sec. XIII); una statua dell’Achiropita in argento del sec. XVII; una collezione di monete antiche di epoca magno-greca e romana; stemmi arcivescovili in marmo; statue lignee dei secoli XVII-XIX (Assunta, S. Nilo, S. Francesco di Paola); un ciborio di ebano, ecc. Un quadro (olio su tela) commissionato dall’arcivescovo Camaldari (1762-1778) e fatto restaurare, successivamente, dall’arcivescovo Marsiglia (1931-1948) che illustra, in 12 pannelli (di cui 6 dipinti), la storia della Madonna Achiropita. Un tappa importante per quanti desiderano visitare un Museo in cui al suo interno vi è un ricco patrimonio artistico da essere, necessariamente, salvaguardato col passare degli anni. Per informazioni e prenotazioni basta formulare i seguenti numeri telefonici: 0983/525263 – 340/4759406 (Cooperativa “Neilos” Rossano).
ANTONIO LE FOSSE