In questi giorni, quale esponente dell’opposizione consiliare, volutamente ho omesso di addentrarmi in discussioni e/o analisi sulle cause – eventuali responsabilità di quanto successo. Sarebbe stato irrispettoso nei confronti di tanti concittadini coinvolti nel disastro del 12 scorso (e so cosa si prova perché personalmente coinvolto) e ogni discussione, per quanto serena, da altri sarebbe stata considerata strumentale.
Fatta questa doverosa premessa, a prescindere da eventuali responsabilità penali dovessero essere riconosciute (plauso per la nomina dell’esperto dr Tansi da parte della Procura), ritengo doveroso fare alcune precisazioni: 1)Rossano è dotata di un piano regolatore adottato durante gli anni a guida centro destra, amministrazione Caputo Antoniotti e co, piano regolatore che ha disegnato lo sviluppo urbanistico della città, prevedendo le aree da destinare ad edificazione. Tra queste, diverse aree collinari e, comunque, in posizione scoscesa, o addirittura in prossimità di corsi acqua, la cui edificazione, assentita dagli Uffici (ma non poteva essere diversamente stante la vigenza del PRG) ha in parte contribuito o meglio alterato lo stato naturale dei luoghi, incidendo in maniera rilevante sulla eccessiva quantità di detriti precipitati a valle; 2)Rossano è attraversata da circa 60 corsi di acqua fossi di scolo, che abbisognano di pulizia e manutenzione annuale: tanto mi risulta perché ricordo l’allora assessore all’ambiente che puntualmente proponeva la questione in Giunta, chiedendo ed ottenendo lo stanziamento dei fondi necessari per provvedere alla relativa manutenzione e pulizia. Non so se l’attuale esecutivo abbia adottato analoga politica. Leggo di tale sig. Ferraina che addirittura nel mese di luglio inoltrato lamentava la mancata pulizia del Fellino, temendo quanto poi purtroppo verificatosi; 3)il Citrea meritava e merita particolare attenzione. Ricordo che nella passata consiliatura si è intervenuto per la messa in sicurezza del Citrea in prossimità di Viale della Repubblica Torre Pisani. Non mi risulta che questo esecutivo abbia adottato alcun intervento di messa in sicurezza; 4)un piano di protezione civile aggiornato e’ comunque necessario, così come è necessario un aggiornamento del personale; 5)un monitoraggio del sistema di raccolta e smistamento delle acque bianche e’ necessario ed urgente. I problemi maggiori sono rinvenibili proprio a ridosso della sede della Protezione civile, in prossimità dello Stefano Rizzo, per l’assoluta assenza di canalizzazione delle acque che dallo Scalo si riversano abbondantemente verso la zona marina, rendendo le strade simili a fiumare.
A ciò deve aggiungersi l’eccezionalità e straordinarietà dell’evento, che in altre realtà (non solo della Calabria), quando verificatosi, ha prodotto eventi ancora più terrificanti.