Nella nostra Comunità nessuno può oggi rinnegare che, quando questo lungo periodo di blocco pandemico sarà passato, arriveranno i bilanci e sarà il momento dei conti, non solo economici, ma dei tempi giusti per fare una verifica di cosa siamo e cosa saremmo diventati.
Certo il tempo perduto non ci potrà mai essere restituito e le persone scomparse rimarranno una ferita nelle famiglie e nelle comunità, ma, in esse, noi tutti educatori, presenti nelle istituzioni familiari o scolastiche, politiche o religiose, dovremo rimodellare le nostre agende con una priorità: I Giovani.
Nella vita di un giovane un anno, un anno e mezzo o due anni sono per lui tanti! E’ quel periodo che porta all’adolescenza piena e dall’adolescenza alla giovinezza matura. E’ il periodo della crescita, del contraddittorio,della contestazione al sistema, della formazione di interessi, di sentimenti e di personalità…è il periodo di esperienze, viaggi,incontri,conoscenze ed errori.
In questi mesi tutto questo purtroppo è stato sospeso e si è allora solo in attesa di tornare a scuola, all’università, di iniziare lo stage, l’Erasmus, il volontariato o un’esperienza all’estero.
Continuare a pensare al volto dei nostri ragazzi continuamente davanti al computer fa male, perché non è lì la vita, ma nella cultura, nelle strade del mondo, negli oratori( !!!) nei campi di calcetto, nelle palestre, nelle piazzette o nei vicoli del quartiere, perché nelle sole telefonate o nelle video-chiamate o nei collegamenti vari fra loro manca in contatto fisico dell’abbraccio, del confronto di gruppo, dello scherzare e litigare faccia a faccia.
La nostra comunità è pronta a ridare ai nostri ragazzi l’opportunità di quanto si è perso? Non solo gratificazioni economiche, sociali o professionali, ma soprattutto percorsi di vita e di esperienze, nel radicale e continuo cambiamento di ambienti, di formazioni e di lavori?
Loro con sguardo smarrito ci chiedono aiuto per superare le amarezze e le delusioni di quanto sta accadendo perché vogliono contrattare con noi sul da farsi e su chi contare per indirizzare i nuovi bisogni di ambienti, di sviluppo e di giustizia sociale.
La nostra comunità, sia civile che religiosa, superando quindi beghe partitiche o campanilistiche, con atteggiamento non di autoritarismo ma di servizio generoso, si deve far trovare sulla strada dei giovani e ,pur non potendo restituire loro gli anni perduti, può però accelerare i loro piani, mettendosi al loro fianco per costruire, per loro e con loro, la nuova civiltà altruistica dell’amore.
Il Domani per loro è già arrivato!
Corigliano Rossano 21,04,2021 ( Franco Palmisano)