Noi tutti , anche nella Comunità di Corigliano Rossano, seguiamo con attenzione i discorsi, a braccio , di Papa Francesco quando, con insistenza,, invita i cristiani ad essere “segno di accoglienza “perché l’annuncio del Vangelo è sempre “liberante e mai opprimente”.
Se la Buona Notizia viene confinata nella dottrina e nella catechesi , tutto va bene, ma quando il Vangelo diventa vita e prende forma concreta nella nostra esistenza , allora sorgono i tenaci difensori della Fede, i quali, si allarmano e si appellano a leggi e disposizioni contenuti nel diritto canonico, che va solo accettato nella sua utilità di scheletro per il corpo della Chiesa dei viventi.
Persiste anche tra noi una nostrana gerarchia ecclesiastica, sorda al monito di Gesù : << Tra voi non è così ( Mt.20,26)>>. Essa va costruendo una struttura, non di servizio, ma di potere sempre a garanzia di sé stessa, rigida nel difendere i propri privilegi, ma esitante nell’accogliere forme nuove di vivere il Vangelo.
Allora basta continuare ad essere sospettosi, anche nella nostra Comunità, verso tutto quello che in qualche maniera può mettere in discussione la dottrina o la stessa tradizione, rimanendo ostili a qualsiasi cambiamento o rinnovamento .
Perché la stessa nostra Chiesa ,che è pur sempre ” Madre e Maestra” è entrata in una incomunicabilità insostenibile e non riesce più ad essere credibile quando comunica il vangelo alle generazioni dei nostri quartieri?
Proprio perché noi cristiani, pur nel Soffio dello Spirito, non sappiamo più rispondere alle necessità dell’ uomo d’oggi ,e, dopo l’immane tragedia del Covid, pretendiamo, a mani alzate, di riproporre, in stantii movimenti ecclesiali, vecchie formule ai nuovi bisogni emergenti.
<< Dio è Amore ( 1 Gv.4,8) e l'amore è credibile solo se viene trasmesso mediante opere nuove e concrete che arricchiscono la vita dell'uomo , diventando così unico distintivo di riconoscimento dei seguaci di Gesù. << Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri ( Gv. 13,35)>>.
Quando noi credenti, facendo ” chiacchiericcio”, continuiamo a giudicare e a sparlare di ogni evento, invocando la ” tolleranza zero” e non siamo più capaci di offrire uno sguardo lungimirante di condivisione, di misericordia, di perdono, di stupore, e pretendiamo, in ogni ambiente, unicamente l’intransigenza della dottrina, significa che noi ,” sale della terra”, abbiamo perso il sapore e << a null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente ( Mt.5,13) >>.
Corigliano Rossano 13.02.2022 ( Franco Palmisano )