Nella nostra Comunità, che è in Corigliano Rossano, si sentono espressioni che precedono sempre qualcosa di negativo e si rimpiangono i “bei tempi” di una volta, come tempi felici, che non torneranno più, come il benessere , la moda , la politica , le canzoni , la società , la gioventù e persino la vecchiaia, modello di saggezza e di sapienza.
Pertanto la scontentezza, con la quale si guarda e si vive il presente, si proietta anche nella nostra spiritualità, che esercita il suo influsso in certe devozioni, intrise sempre di tanto, ma di tanto pessimismo: Signore ascoltaci! Signore ascoltaci . . . ! Sono Invocazioni contrarie alla pienezza della gioia desiderata e augurata da Gesù (Gv.15,11 e 17,13).
Questo nostro Dio è dunque sordo e assente se Lo si deve continuamente supplicare e a Cui bisogna far giungere solo litanie di preghiere?
Noi credenti non possiamo continuare a rapportarci al Racconto della Creazione (Gen1-3), descritto nella Bibbia , come a un Paradiso perduto, ma come a una Profezia da realizzare in un mondo nuovo, che tutti gli uomini sono chiamati a costruire con Dio e come Dio, perché l’Essenza della creazione si manifesta continuamente in una maniera inedita e mai ripetitiva.
Lo stesso Gesù, nel suo Vangelo, esordisce inviando i suoi con un Invito ad aprirsi al nuovo e a non mettere il vino nuovo negli otri vecchi, ma “vino nuovo in otri nuovi (Mt.9,17)”.
La dinamica della vita del credente è quella di “ricondurre il cuore dei padri verso i figli (Lc.1,17)”, e non quello dei figli verso i padri (Ml.3,24). E’ il vecchio dunque che deve aprirsi ad accogliere il nuovo, non il contrario.
Accantoniamo un passato che è bello solo perché è passato, e in parte dimenticato e idealizzato e prepariamoci a vivere serenamente il Presente, nella continua Creazione, andando fiduciosi incontro al Futuro, confidando in quel Gesù che assicura i suoi seguaci. “Non preoccupatevi dunque del Domani, perché il Domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena (Mt.6,34)”.
Facciamo nostra , nel nostro Tempo, la domanda dei discepoli costernati , a Gesù; ” Chi si potrà dunque salvare ( cioè sopravvivere)?” e Gesù, che fissando lo sguardo dice: “Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile ( Mt.19,25.26)” .
Corigliano Rossano 17.09..2022. (Franco Palmisano).