Il credente, anche nella Comunità in Corigliano Rossano, si sente smarrito, perché nota che molti cristiani si sono allontanati dalla frequenza alle chiese e soprattutto dal Sacramento dell’Eucarestia, istituito dal Cristo per inviare noi, suoi seguaci identificati in Lui, a essere fermento nella società, quali pionieri di promozione e liberazione umana nella Civiltà dell’amore.

I cristiani purtroppo, nelle celebrazioni eucaristiche, si deliziano solo dei gesti cultuali, che pur ci sono, ” ( che bella messa!)”, e trascurano l’accoglienza del Risorto, presente in mezzo a loro, che raccoglie la sua Comunità alla Mensa, custodendo però sempre la loro libertà di credenti ( Gv.6,66) , e dove tutti si devono sentire a casa, anche quelli ” fuori” o che stanno ai margini della società.

Certo, come credente, non attendo un Rinnovamento in una ” Messa al Fai-da-te,” ma non posso più condividere la manipolazione del Memoriale , in cui si avverte che protagonista è solo un Rito Liturgico ornamentale e non la Presenza viva e vivificante del Signore, sempre in Servizio, che nei Segni della Parola, del Pane e del Sangue , comunica Vita e Vita eterna.

In una società informatica e di multiforme etnie, sempre mi interrogo, da credente, sul perché non si riesce ancora a modificare le celebrazioni per adattarle ad ” un far meglio” per accogliere e comprendere pienamente la finalità del Sacramento Eucaristico?

Il Dio di Gesù ( l’ Emanuele) è ” Colui che è, che era e che viene ( Ap.1,4)” e se non si cambia continuamente c’ è il rischio che noi cristiani diventiamo solo i Guardiani di un Mausoleo, anziché i Credenti nel Dio dei Viventi ( Mt.22,32),i quali, da sempre, creano e si associano a LUI, in vista di “Cieli nuovi e terre Nuove ” ( 2 Pt. 3,13), quando il Dio sarà Tutto in tutti ( 1 Cor.15,28)”.

Corigliano Rossano 16.11.2023 ( Franco Palmisano)

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