La Chiesa si prepara a festeggiare, il 31 gennaio di ogni anno, San Giovanni Bosco, il presbitero piemontese del Risorgimento Italiano, il fondatore della Famiglia Religiosa Salesiana, presente anche nella Nostra Comunità in area Urbana di Corigliano,

la quale famiglia si dedica , nella nostra società, all’educazione dei Giovani, con il famoso Sistema Preventivo della *Ragione, della Religione e dell’Amorevolezza*.

Don Bosco coinvolge, nella sua missione di educatore, i suoi tanti collaboratori, che Lui chiama “Cooperatori”, i quali, da testimoni entusiasti del Vangelo, sono referenti costanti di promozione e liberazione umana nel mondo giovanile.

Il nostro Santo, uomo di Dio , pregusta sempre lo Spirito vivificante del Dio di Gesù che opera e arriva prima e meglio di noi in ogni luogo perché sorride ai giovani, danza con loro e penetra dove nessuno di noi avrebbe mai immaginato.

Lui, Don Bosco, con la sola politica del Padre Nostro, intuisce, ieri come oggi, che i giovani hanno drammaticamente bisogno di pane e di senso e molto spesso noi cristiani continuiamo solo a disquisire , in convegni, di temi etici o di scelte politiche, offrendo solo ” amari digestivi” all’arrivo di nuove generazioni.

I nostri giovani invece, ieri come oggi, vogliono sperimentare che la presenza cristiana sia, in mezzo a loro, effettiva ed affettiva e sia soprattutto quella di coloro che sanno accogliere, accompagnare e custodire la loro vita.

Noi cristiani, alla Scuola anche di Don Bosco, non possiamo continuare solo a disquisire su quanto accade, giudicando o condannando sempre le scelte di vita dei nostri giovani, ma, come credenti siamo* inviati*, con spirito salesiano, a condividere con loro il Meglio che noi abbiamo, cioè il Cristo Incarnato, Morto e Risorto, sempre presente nella Storia con il suo Memoriale, per darci continuamente quella Vita, che ” ci libera per la libertà (Gal.5,1)”.

Don Bosco, Padre e Maestro della Gioventù, insegna a noi tutti che non si deve parlare ai giovani di Dio, ma si deve sussurrare e far sperimentare loro la Prossimità di un Dio, che è Genitore ( Padre-Madre !) e che ama e accoglie i giovani (Figli!) così come sono.

I giovani, solo quando si sentono concretamente accolti e amati , rifiutano e contestano riti tradizionali vessilliferi e avvertono distintamente quel desiderio in pienezza di vita alla Conversione ( Mc.1,15) nel Vangelo del Dio dei viventi , il quale Vangelo “riconduce i cuori dei padri verso i figli , i ribelli alla saggezza dei giusti e prepara al Signore un popolo ben disposto ( Lc.1,17)”.

Corigliano Rossano 24.01 2024 . (Franco Palmisano- ex allievo salesiano ).

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