Era il 1941. Frequentavo la seconda classe elementare. I fronti di guerra erano lontani ma la carestia alimentare era di casa. Non che il governo non si preoccupasse. Ma quando un paese non dispone di una sufficiente quantità di grano, non basta ricorrere ad espedienti per mitigare il problema. Venne lanciata sul mercato, comunque regolato dal rigido controllo delle tessere della carta annonaria, un tipo di pasta che si chiamava VINCERE.
Voleva essere un tipo di pasta, di farina integrale, che, utilizzando al massimo la percentuale di crusca, doveva compensare la carenza di farina. E arrivò il giorno che mia madre preparò il pranzo con quei rigatoni di colore marrone.
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