Un appello, dai toni composti ma fermi, per far valere le proprie istanze ai vertici dell’Azienda sanitaria provinciale, affinché venga riconosciuto il lavoro svolto in tanti anni di onorato servizio nel settore della sanità pubblica locale. A rivolgerlo sono Giuseppina Amica, Assunta Russo, Bina Palummo e Giovanna Carrano, donne innamorate della propria professione, che prestano con competenza presso i presidi ospedalieri di Corigliano e Rossano, a nome di circa quaranta colleghi.
“Da ben vent’anni svolgiamo il nostro lavoro di ausiliarie presso gli ospedali “Guido Compagna” di Corigliano e “Nicola Giannettasio” di Rossano, un lavoro che portiamo avanti nella quotidianità con passione e desiderio di aiutare il prossimo, mai sottraendoci anche a compiti che non sono nostri. Negli anni addietro – si legge in una lettera aperta – abbiamo anche sostenuto, come richiestoci, un corso per Oss (Operatori socio-sanitari), rimanendo tuttavia inalternata la nostra posizione lavorativa, ossia perenemmente part-time, appunto da ben vent’anni a questa parte. Sempre negli anni scorsi, paradossalmente, si è provveduto all’impiego di personale proveniente da altre località, non tenendo conto della nostra esperienza pregressa e della garanzia di continua presenza sul posto di lavoro, essendo noi tutte residenti nel comune di Corigliano Rossano. Nelle ultime ore, come se tutto ciò non bastasse, registriamo l’ennesima introduzione, all’interno del personale part-time dei due presidi ospedalieri cittadini, di unità lavorative provenienti addirittura da Reggio Calabria e con qualifica Oss. A questo punto ci chiediamo: pur essendo normale che a tutti debba essere garantito il diritto al lavoro, a cosa è servito farci sostenere un corso per il conseguimento della qualifica Oss senza poi poter utilizzare il medesimo? E perché non si dà la precedenza alla stabilizzazione di tutte noi figure professionali, operanti ininterrottamente da vent’anni e del luogo, privilegiando invece chi viene da fuori e che, come già accaduto in passato, non potrà garantire la propria presenza sempre e comunque sul posto di lavoro? La presente è solo una richiesta d’ascolto e comprensione perché ci mettiamo l’anima e vorremmo essere considerate e apprezzate per la nostra quotidiana dedizione”.
Fabio Pistoia