La preghiera del Padrenostro, insegnata da Gesù ai suoi discepoli, si è usurata, anche nelle nostre comunità, al rango di una pia devozione: “diciamo un padrenostro”. «Padre nostro che sei nei Cieli » , cioè ” trascendente e non immanente” è invece la sfida di ogni credente ai detentori di ogni potere, sia civile che religioso. In questo grido lui rivendica la sua libertà e si rifiuta di ossequiare qualsiasi imperatore o leader o oppressore, che pretende di essere un dio in terra. IL credente non riconosce nessun autorità se non quella del Dio di Gesù.
<<Sia santificato il tuo nome>>, non indica solo un rispetto, ma esprime l’impegno del credente a far riconoscere il suo Dio come Genitore, con un comportamento da ” figlio”, nella testimonianza di un amore ricevuto e riversato nella comunità. << Perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro ( Mt.5,16)>>.
<< Venga il tuo Regno>> non è poi la richiesta di un Regno che deve ancora venire, perché il Regno di Dio, con Gesù, è già presente ( Mt.5,8), ma è solo l’ invocazione di una Società alternativa a quella dominante nel mondo , nella quale si possa offrire ad ogni uomo una proposta di vita piena.
<<Sia fatta la tua volontà>>, sta per ” si compia” la tua Volontà. Si auspica cioè che ” si compia” il disegno di amore di Dio sull’umanità. Ogni uomo possa divenire suo figlio, impegnandosi attivamente per la promozione e la liberazione umana in ogni angolo dell’universo.
<<Come in cielo così in terra>> indica che le richieste fatte sono per tutto il creato e non riservate per un solo popolo ma sono universali, aperte cioè a tutte le genti.
<< Dacci oggi il nostro pane quotidiano>>, non riguarda il pane da mangiare ogni giorno. Il pane che nutre l’uomo non va richiesto a Dio, ma è compito degli uomini produrlo e condividerlo generosamente con l’umanità. Il Pane richiesto è la Presenza di Gesù, “Pane di Vita” ( Gv.6,35), alimento essenziale per la comunità, sia nell’Eucarestia, sia nella Parola.
<<Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori >>, non è una condizione per ricevere il condono del Padre, ma è solo la conseguenza alla realizzazione, in atto, della Volontà di Dio sul suo popolo: ” Non vi sia alcun bisognoso fra di voi ( Dt.15,4)” . La resistenza purtroppo nelle comunità a condonare i debiti ha portato a spiritualizzare questa preghiera, trasformando i debiti economici in debiti spirituali. No, la richiesta della “rimessione dei nostri debiti” nei confronti del Creatore è solo una conseguenza al nostro impegno già attivo nella condivisione dei beni del Creato.
<<Non abbandonarci alla tentazione>> sta per ” non farci soccombere ” nel momento della prova. Ma non si tratta però delle prove della vita, ma la prova della persecuzione a cui il credente ,come il Cristo, va certamente incontro per la fedeltà e la coerenza al Messaggio evangelico. << Se hanno perseguitato Me, perseguiteranno anche voi. . . ( Gv.15,20)>>.
<< Liberaci dal Male>>, sta poi per ” liberaci ” dal Maligno. Per Maligno, chiamato Mammona, si intende ogni Potere, che si poggia su egoismi e crea divisioni. C’è contrapposizione perenne tra il Padre che comunica Vita e il Maligno che la distrugge.
La Preghiera del Padre Nostro va dunque compresa e attualizzata se si vuole restituire la sua forza innovatrice nell’Oggi della Storia. Nella Chiesa primitiva infatti solo al momento del Battesimo il catecumeno poteva recitare il Padre Nostro, quale segno di conversione radicale della sua vita.
Corigliano Rossano 22.05.2021.( Franco Palmisano)