La Chiesa, in ogni parrocchia della nostra Comunità che è in Corigliano Rossano , si appresta nella sera del Giovedì Santo , a convocare noi cristiani al Memoriale della Cena Eucaristica e a presentarci , in Essa, anche la Lavanda di piedi, fatta da Gesù ai suoi Apostoli.
Nessuno di noi ha mai visto Dio. L’unico che Lo ha visto è Gesù di Nazareth, figlio del Padre ( Gv.1,18), per cui si può conoscere e capire Dio solo in quello che Gesù dice e fa. Quel Pediluvio quindi durante l’Eucarestia è qualcosa di inaudito e sconvolgente!
Dio, in ogni religione, viene sempre presentato come un Monarca assoluto, che chiede e pretende dai suoi sudditi il servizio e l’ obbedienza. Si può comunicare con Lui con regole, prescrizioni, comandamenti e sacrifici, ma sempre mediante prescelti mediatori o funzionari.
Il Dio di Gesù invece, in questa Cena, spazza via tutta questa concezione e ci presenta il suo vero Volto . Lui non sta in alto concedendo favori o inviando disgrazie agli uomini che sono davanti a Lui, prostrati, e che Lo invocano e Lo supplicano , ma un Dio che ci mostra tutta la sua grandezza non nel comandare ma nel servire l’umanità.
Attenzione! L’Evangelista Giovanni, descrivendo la Lavanda dei piedi, non presenta una sceneggiata, ma racconta semplicemente che Gesù, che è Dio, è presente a questa Cena, non con paramenti e amuleti ma con un semplice mantello ed è seduto a tavola con i suoi.
Lui però interrompe la cena, toglie il mantello, prende un grembiule , cioè un” asciugatoio” , si cinge i fianchi, versa l’acqua in un catino e incomincia a lavare veramente i piedi scalzi e sporchi dei suoi discepoli e li asciuga con l’asciugatoio. Alla fine della lavanda, Lui, il Maestro, non si toglie più il grembiule ma indossa di nuovo il mantello e si risiede.
Gesù con suoi Apostoli non fa un gesto di umiltà, ma si rivela nella sua autentica identità: “Ecco IO sto in mezzo a Voi come colui che è servitore (Lc.22,27)”.
Noi credenti siamo seguaci del Cristo. non quando ci presentiamo in comunità con titoli blasonati e altosonanti , o con bastoni dirigenziali , fortificati da dottrine o da gestualità di riti , ma quando indossiamo ,con Lui e come Lui, il grembiule del Servizio per venire incontro alle necessità dell’umanità.
” Il Fate questo in memoria di me ” non sta dunque a ricordare ciò che Gesù ha detto o fatto ma solo a rendere attuale quell’Esperienza nell’Oggi del nostro tempo e della nostra Storia.
Corigliano Rossano 07.04.2022. ( Franco Palmisano)