Sui ” Social” con molta disinvoltura e in ogni occasione, c’è una fioritura di insulti , perché basta un ” clik ” per dar adito alla gogna mediatica, senza pensare, né preoccuparsi , minimamente, se le persone, oggetto del giudizio, possono venire ferite e quelle più vulnerabili possono ricevere danni a volte irreversibili.
Molti di noi, anche nella nostra Comunità in Corigliano Rossano, pensano ad un gioco innocuo, ma le parole possono tormentare la psiche delle persone e pesare come macigni distruttivi, per cui è pur vero che l’insulto può essere fattore di morte .
Se noi cristiani poi, anziché essere sempre ossessionati dalla sensualità, impiegassimo le nostre forze per annunciare meglio il Vangelo, forse la nostra stessa Società sarebbe oggi un poco più civile e meno barbara, più generosa e meno egoista.
Secondo gli Evangelisti Gesù ha colpevolizzato l’impurità ( Mt.7,20-23) non solo nella sessualità, ma soprattutto nell’insulto, contro cui ha pronunciato parole di fuoco nel Discorso della Montagna ( Mt.5-7).
Il Vangelo colloca al primo posto, tra i valori del Regno della Civiltà dell’amore, i rapporti tra gli individui e invita e invia i suoi , da subito, a vivere come fratelli .
Gesù è tanto misericordioso, ma è inflessibile contro chi insulta, perché considera l’insulto un gesto grave quanto l’omicidio: ” Ma IO vi dico che chiunque si adira contro il proprio fratello, sarà sottoposto al giudizio e . . . sarà destinato al fuoco della Geenna ( ( Mt.5,21-22)”, cioè all’annientamento totale.
Le parole di Gesù non sono consigli spirituali per gli eletti del suo Regno, ma sono norme di comportamento per tutti quelli che si dichiarano suoi seguaci.
Chi continua a insultare l’altro, dimostrando anche mediaticamente il proprio disprezzo ed escludendolo anche democraticamente dalla sua vita, non ha nulla da spartire con Cristo Gesù e quindi non può in alcun modo pretendere di definirsi ” cristiano” .
Corigliano Rossano 28.01.2024. ( Franco Palmisano)